sabato 21 maggio 2011

Takayama e Kyoto: così lontante, così vicine

La sveglia di questa mattina ci ha buttati giù dal letto alle sette, che per due vacanzieri come noi, ma anche per noi e basta, significa alba tragica. Colazione a buffet, ottima e completa, poi via verso nuove avventure. Ogni giorno a Takayama si svolge il mercato mattutino (asaichi), diviso in due zone, che offre per lo più prodotti alimentari freschi, conservati o cucinati al momento. Con l'occasione molti negozi si allargano sulla strada, chiusa al traffico per alcune ore, e si crea una bella atmosfera festaiola. Noi abbiamo fatto davvero una breve visita, perchè alle 9.37 partiva il nostro treno per Nagoya e dovevamo prima prenotare i posti, non solo su quello ma anche sul successivo shinkansen per Kyoto. Tutto fatto, avevamo ancora 15 minuti di tempo, che abbiamo ben pensato di impiegare in un paio di acquisti sarubobeschi: si chiamano sarubobo (scimmiette) le bamboline tipiche di questo paese, normalmente rosse, molto stilizzate e fatte in stoffa. A Takayama si trovano dovunque e in tutte le salse, persino appese come "tavolette dei desideri" fuori da un tempio. Andare qui e non tornarsene a casa con una di loro non è umanamente possibile :P


Già a Takayama iniziava a fare calduccio alle nove e mezza, ma arrivati a Kyoto siamo stati sbattuti indietro dall'afa: crediamo ci fossero almeno 30°, con un vento intermittente che sembrava emesso da un asciugacapelli. Era l'una, e quando siamo arrivati all'albergo (vicino alla stazione, comodissimo) ci siamo sentiti dire che non avremmo potuto fare il check-in prima delle tre, ma potevamo lasciare lì i bagagli. Grazie... ma che si fa con la canicola? Beh, pazienza. Alleggeriti dei bagagli ci siamo coraggiosamente avviati verso il famoso mercato all'aperto del tempio Toji, definito da un signore dell'ufficio informazioni "nigiyaka", ovvero affollato, chiassoso. Eh già, altrochè! Il mercato era a dir poco sterminato, fittamente abitato da bancarelle di ogni tipo (mangerecce e di cose usate o di artigianato), nonchè naturalmene pieno di visitatori, il tutto sotto il sole cocente e inclemente del primo pomeriggio. Ne siamo usciti esausti dopo un'ora, ma con un bel bottino: un kimono informale, un kimono tomesode, un kimono shichigosan, una bambolina hina, una coppia di cavallini Miharugoma, il tutto per una somma ridicola! Grondanti come solo due turisti stranieri sanno essere in Giappone, abbiamo raggiunto di nuovo l'albergo e abbiamo finalmente preso possesso della stanza. Per tre giorni e due notti alloggeremo in una stanza alla giapponese, ovvero con pavimento in tatami e futon, allo Hana Hostel. La sistemazione ci piace molto!




In serata abbiamo fatto tappa da Yodobashi Camera, un grande magazzino di elettronica che si sviluppa su nove piani ma soprattutto lungo tutto un isolato (è sterminato), alla ricerca di una nuova valigia-bagaglio a mano: una delle nostre ci ha abbandonato. Nel bel mezzo della nostra ricerca ci siamo imbattuti (quasi scontrati, direi) in Marica! Ora, trovarsi per caso a Kyoto e in un negozio delle dimensioni di una nave da crociera direi che non è da tutti. Noi credevamo di incontrarci già a fatica tra qualche giorno a Miyajima! Ci siamo fermati a ciacolare in italiana allegria con lei e Gianpaolo nello "Hobby World", zona vernici spray per modellismo, con il commesso che ci faceva la ronda.
In ogni caso, la missione valigia è andata a buon segno, come potete vedere qui sotto. A presto!

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