venerdì 25 novembre 2011

Fushimi Inari Taisha, Kiyomizudera, Sannenzaka, Ninenzaka, Ryozen Kannon, Kodaiji, Maruyama koen, Yasaka Jinja, Pontocho, mercato di Kitano Tenmangu

Giornatina intensa quella di ieri, che ci ha visto scarpinare fin dal mattino con il bellissimo Inari Taisha, grande santuario a sud di Kyoto. Il percorso per intero sarebbe stato troppo lungo e impegnativo, così come molti abbiamo optato per fermarci ad un certo punto e poi tornare sui nostri passi. La particolarità di questo santuario infatti consiste nel lungo e suggestivo percorso verso la cima della montagna/collina che ospita il santuario, segnato da centinaia di torii (portali shintoisti) che si susseguono a distanza ravvicinata. Tutti questi torii sono stati donati da aziende o famiglie nel corso degli anni, formando una fila lunga circa 4Km. Col tempo vengono sostituiti (essendo di legno si degradano facilmente), come abbiamo visto fare da alcuni uomini lungo il cammino. Andando in salita i torii appaiono tutti uguali uno all'altro, splendidi nel loro colore rosso corallo, mentre scendendo si possono leggere i nomi dei donatori, la data della donazione e l'occasione in cui è stata fatta (ad es. per celebrare i 100 anni dalla fondazione di una ditta). Inari è lo spirito volpe a cui è dedicato il santuario, venerato dio del riso e degli affari, ed ecco spiegato il motivo di tanta devozione!
Da Kyoto si prende il treno locale per Nara (140 yen) e si scende alla seconda fermata (Inari). L'ingresso al santuario è proprio di fronte all'uscita della stazione.


Dopo un pranzo veloce al rientro a Kyoto ci siamo dirette al tempio Kiyomizudera (ingresso 300 yen), una destinazione imperdibile per chi visiti Kyoto anche solo un giorno. Questo "tempio dell'acqua pura", patrimonio dell'umanità Unesco, deve il suo nome a una piccola cascata al suo interno. La sua particolarità, comunque, è tutta architettonica: la costruzione dell'edificio principale del tempio, dotato di un'imponente terrazza a sbalzo sul giardino/bosco sottostante, è stata eseguita senza l'impiego di un singolo chiodo. Solo legno, perfettamente incastrato. Fa un certo effetto.


Dal Kiyomizudera parte un percorso consigliato anche dal JNTO, l'ente per il turismo giapponese, che sale verso lo Heian Jingu passando per alcuni luoghi di interesse come Sannenzaka e Ninenzaka, due stradine con scalinate che sembrano riportare indietro nel tempo, non fosse per le decine e decine di negozi che le popolano ai lati.


Giunti alla fine di queste stradine si scorge la Yasaka pagoda, che svetta tra le case basse della zona. Di fronte alla pagoda siede pacifica l'imponente statua (24m) di Ryozen Kannon, costruita dopo la seconda guerra mondiale in memoria dei caduti (ingresso: 200 yen). Le colline dietro di lei la fanno risaltare come una vera e propria apparizione dotata di luce propria, soprattutto poco prima del tramonto (quando l'abbiamo vista noi).


Subito accanto alla Ryozen Kannon sorge un altro interessante tempio, il Kodaiji (ingresso 600 yen), fondato dalla moglie di Toyotomi Hideyoshi per pregare per la sua anima dopo la sua morte. Nel magnifico giardino si ammirano aceri, un piccolo giardino karesansui, due laghetti, due piccole case da tè e una breve foresta di bambù. Molto particolare la scultura a forma di drago che sbuca nella ghiaia del giardino karesansui, dotata (a quanto ci è sembrato) di lampade all'interno degli occhi e della bocca (!).


Suggestiva la stradina che dal Kodaiji porta al parco Maruyama koen, un bellissimo "angolo" di verde pubblico in cui passeggiare e riposare dopo una lunga giornata... ma noi non siamo qui per riposare! Brevissima incursione nel parco e di nuovo via, verso nuove avventure. Subito a sud del parco inizia il territorio dello Yasaka jinja, santuario dedicato tra gli altri a Susanoo-no-mikoto, e sponsor del Gion Matsuri, uno dei festival più importanti del Giappone. In occasione della festa shichi-go-san a cui ho accennato ieri, nel santuario erano presenti bancarelle tipiche delle feste: taiyaki, takoyaki, yakitori, ecc.


Per concludere la giornata, dopo una pausa ristoratrice a base di tsukimi udon (per me) e katsudon (per la mamy), abbiamo deciso di allungare di poco l'itinerario e percorrere la via di Pontocho, in cui si dice sia più facile che altrove incontrare una geiko (la geisha di Kyoto). Siamo state fortunate e ne abbiamo effettivamente incontrata una, ma la foto non è riuscita... maledetti passanti intralciatori! Era comunque bellissima. Per il resto, Pontocho è una stradina veramente stretta e in stile vecchia Kyoto, piena zeppa di locali per bere e mangiare, a ogni prezzo.


Domani si parte, così oggi ci siamo concesse un po' di sano shopping: al mattino abbiamo visitato il mercato di Kitano Tenmangu (o Tenjin-san), affollatissimo di banchetti e visitatori, che assieme a quello del tempio di Toji era una delle nostre mete prefissate. Il mercato merita davvero, soprattutto se si è alla ricerca di oggetti di antiquariato giapponese: moltissime le tsuba (guardie delle katana), gli elmi di samurai, i rotoli dipinti, l'artigianato di valore in genere. Molti anche gli stand di kimono, nuovi e usati, e quelli di cibo in genere. Questo mercato si tiene il 25 di ogni mese, dalle 9 del mattino al tramonto. Per arrivarci, dalla stazione di Kyoto si prende l'autobus n.50 o il n.101 e si scende alla fermata Kitano Tenmangu mae.


Anche questo viaggio è finito, incrociamo le dita perché il prossimo arrivi presto!!

giovedì 24 novembre 2011

Ginkakuji, passeggiata del filosofo, Kounji, Heian Jingu

Ieri abbiamo proseguito la scoperta di Kyoto nella zona nord-orientale del centro. La prima tappa è stata il Ginkakuji (detto "Padiglione d'argento"), tempio zen della scuola Rinzai. Il padiglione è una struttura a due piani, con stili architettonici differenti, che si affaccia su un laghetto e un giardino karesansui con montagnetta annessa. Il giardino del complesso è molto grande e sale sulle pendici della collina, dall'alto della quale si può ammirare il padiglione d'argento immerso nel verde, in contrasto con la città alle sue spalle. Una particolarità di questo vasto giardino è che non ha un filo d'erba, ma il terreno è ricoperto da uno strato di muschio uniforme e spettacolare, che sembra davvero un tappeto verde vivo.


Poco sotto al Ginkakuji inizia una stradina che costeggia un canale, famosa con il nome di "Tetsugaku no michi" (sentiero del filosofo). Questa piacevole passeggiata collega il Ginkakuji al Nanzenji, e ai suoi lati si aprono numerosi piccoli negozi di artigianato, caffetterie e locali dove mangiare un po' di tutto. E' un angolo di Kyoto tranquillo e lontano dal traffico, immerso nel verde. La passeggiata non dura più di mezz'ora, e si è portati ad attardarsi guardando le vetrine o gli alberi che costeggiano il sentiero. Bellissimo.


Alla fine del percorso si incontra il Kounji, un tempio vicino allo shogunato Tokugawa. Sinceramente, una delusione! Bello il giardino, per carità, ma date le dimensioni (esigue) e il prezzo (alto) non è di sicuro una delle mete che mi sentirei di consigliare a dei futuri visitatori della città.


Ripreso il cammino, anzi il bus, siamo arrivate al grande santuario Heian Jingu, che come dice la sua brochure è "il centro spirituale della nazione" (ma non era il Jingu di Ise? Dovrebbero mettersi un po' d'accordo). Che lo sia o meno, le sue dimensioni e il suo magnifico giardino gli danno un innegabile tono di rilievo, non c'è che dire. Considerata la sua importanza, poi, molte famiglie con bambini hanno deciso di festeggiare qui lo shichi-go-san, ossia la festa dei 7-5-3 anni. In questa occasione i bimbi indossano il kimono e vanno al santuario per assicurarsi lunghi giorni felici. Uno spettacolo nel grandioso scenario del Jingu!


mercoledì 23 novembre 2011

Nara - Kofukuji, Todaiji, Nigatsudo, Tamukeyama Hachimanjingu, Kasuga Taisha

In ritardo di un giorno vi racconto la nostra gita a Nara, baciata dal sole e da temperature ottimali.
Partenza alle 9:15 con il treno rapido da Kyoto a Nara (690 yen a persona, a tratta), dopo una buona colazione dal collaudato DèliFrance di Yodobashi. In circa 50 minuti siamo a Nara (capitale del Giappone dal 710 al 784), che negli anni ha ingrandito la stazione e aumentato gli uffici turistici, ma offre pur sempre una cartina con tour consigliato delle maggiori attrazioni, concentrate nel perimetro del parco cittadino e quasi tutte dichiarate dall'Unesco patrimonio dell'umanità.
La prima di queste è il complesso del tempio Kofukuji, che l'anno scorso ha festeggiato i 1300 anni dalla sua fondazione. Questo tempio possiede due pagode, a 3 e 5 piani; la seconda è uno dei simboli della città.


Oltrepassato il Kofukuji ci si incammina attraverso il Parco di Nara, abitato da circa 1200 daini "selvatici" che spasimano per dei biscottoni chiamati "shika senbei", in vendita un po' ovunque nella zona del parco. Con soli 150 yen (1,50 euro) se ne può comprare un pacchetto, e a quel punto però sono cavoli vostri. I daini sono shikasenbeidipendenti, nulla a che fare con quelli di Miyajima (che non sanno nemmeno cosa siano questi senbei), e sono pronti a tutto pur di ottenere l'amato bocconcino. A riprova di ciò, ecco la mamy che viene assalita da un poco paziente daino del parco (l'anno scorso Marco era stato punito con una testata nel didietro per non aver dato il suo senbei a un daino ritardatario).


Arrivati al semaforo (sì, beh, ci sono i daini ma non siamo tanto lontani dalla civiltà) si volta a sinistra e si prosegue dritti fino al Nandaimon, il grande cancello che segna l'ingresso del Todaiji (500 yen). Questo tempio è famoso per contenere la statua del Grande Buddha (più alto di quello di Kamakura) ed essere la struttura lignea più grande del mondo. Quando il tempio fu fondato, nell'ottavo secolo, era grande 3 volte tanto l'attuale! All'interno sono conservate delle ricostruzioni in scala della prima e della seconda struttura, entrambe distrutte da incendi.



All'uscita dal Todaiji svoltiamo a sinistra e proseguiamo un po' in salita, lungo il sentiero che porta al Nigatsudo (Tesoro Nazionale). Dalla terrazza di questa "sala del secondo mese" annessa al Todaiji, si apre una bellissima vista del Todaiji e della città dall'alto, imperdibile.



Da qui si prosegue lungo la strada che porta al Kasuga Taisha, incontrando subito un altro santuario, il Tamukeyama Hachimanjingu. Qui personalmente ho respirato un'aria più raccolta e rilassata rispetto a quella dei templi buddhisti finora visitati. Complice il fatto che non c'erano molti altri visitatori (una coppia e due pittrici in disparte, oltre a qualche daino) ci siamo piacevolmente attardate a scattare foto e ammirare il giardino più naturale di questo posto.


Il bellissimo complesso del Kasuga Taisha è noto per le 2000 lanterne di pietra (circa) che lo circondano, oltre alle 1000 lanterne pendenti in bronzo che decorano l'interno del santuario stesso. Sembra che proprio a questo santuario si debba la presenza dei daini a Nara. Una leggenda narra che nell'ottavo secolo, quando venne fondato come santuario della nobile famiglia dei Fujiwara, fu invitato un potente dio del santuario di Kashima (pref. di Ibaraki). Questo dio arrivò a Nara cavalcando un daino bianco, così da allora i daini sono rispettati e protetti come messaggeri divini.


Vi è piaciuta la leggenda? Bene, sappiate che a Nara potrete comprare ogni tipo di oggetto fatto con corna di daino, nonché pelliccette di daino graziosamente maculate. Poetico, vero? ;P

lunedì 21 novembre 2011

Kyoto, mercato del tempio Toji (o Kobo-san ichi)

Come da programma, oggi abbiamo visitato attivamente il mercatino del tempio Toji, o Kobo-san.
Questo complesso si estende su una vasta area a sud della stazione di Kyoto, e ogni 21 del mese ospita numerosissime bancarelle di venditori privati che offrono qualunque oggetto usato e nuovo, di loro produzione o meno, a prezzi interessanti. Qui si possono trovare cose che difficilmente si vedono nei negozi, come piccolo artigianato, vecchi libri d'arte, kimono e accessori usati di ogni tipo, antichi rotoli dipinti, ceramiche prodotte in piccole quantità, ecc. Immancabili sono gli stand di "servizi" come le bancarelle mangerecce e persino una tenda in cui si praticano massaggi rilassanti. Una parte del mercato, com'è uso in molti altri mercati, è adibita alla vendita di piante e fiori, alcuni veramente affascinanti: peccato non potersi portare a casa un bonsai di murasaki!
Raggiungere il Toji e quindi il suo mercato è semplicissimo: alla stazione di Kyoto si imbocca l'uscita "Hachijo", ossia quella opposta alla torre di Kyoto, e si attraversa la strada, poi si volta a destra e si prosegue dritto. Arrivati al grande centro commerciale Aeon si gira a sinistra, poi a destra (insomma, si aggira il centro commerciale) e si prosegue dritti fino al grande incrocio con il Toji a sbarrarci la strada. Dalla stazione insomma si impiegano circa 10-15 minuti di cammino tranquillo.
La folla era già nutrita poco dopo le nove del mattino, quando ancora alcuni espositori non avevano finito di sistemare la propria merce. Nonostante l'ora, poi, le bancarelle offrivano già cibo di ogni tipo: taiyaki, takoyaki, okonomiyaki, yakisoba, caldarroste, yakitori... insomma, una ben strana colazione. Noi da brave italiane avevamo già consumato un tè con biscotti e dolcetti, nonché dei tramezzini per darci una certa "autonomia", quindi abbiamo resistito agli inviti (almeno per un po').






Non saprei come descrivere l'animazione e l'atmosfera del mercato, così variegato e rilassato nonostante le centinaia di persone ad affollarlo. Ogni venditore si è dimostrato paziente e affabile, curioso e divertito. Le domande che mi sono state fatte vanno da "in Italia parlate... italiano? spagnolo?" a "si mette l'olio d'oliva sulla pizza?", con una certa variazione sul tema Italia che non sto qui ad elencare. In generale ho notato la solita simpatia nei confronti dello straniero che parla giapponese, che si trasforma subito in complicità e apertura alle curiosità di cui sopra, con tanta allegria. Insomma, quando si abbattono le barriere linguistiche si eliminano anche tante remore, e ci si sente così vicini da diventare quasi amici.
Dopo la missione denominata "acero rosso" compiuta ieri ad Arashiyama e Kinkakuji, oggi abbiamo portato a termine anche la missione "trolley pieno al Kobo-san". L'abbiamo riempito di acquisti, parte dei quali vi mostro qui con orgoglio.




La missione di domani sarà "sfamare i daini di Nara". Ce la faranno le nostre eroine?

domenica 20 novembre 2011

Arashiyama, Tenryuji e Kinkakuji

La giornata si preannunciava variabile, ma abbiamo osato la gita ad Arashiyama comunque. Per fortuna non è andata male!
Arashiyama resta poco al di fuori del centro di Kyoto, nella zona occidentale. E' famosa a livello paesaggistico oltre che per il lungo ponte che attraversa il fiume Hozu, chiamato Togetsukyo (ponte che attraversa la luna), per la foresta di bambù che dal parco di Arashiyama conduce al tempio Tenryuji, uno dei cinque grandi templi zen di Kyoto.


Arrivare ad Arashiyama è semplice: dalla stazione di Kyoto si prende l'autobus n.28 e si scende ad Arashiyama koen. Lì inizia il ponte Togetsukyo, che abbiamo attraversato a piedi ammirando così lo scenario delle colline di Arashiyama e delle grandi barche che navigano la parte superiore del fiume. Alcuni aironi bianchi e neri se ne stavano appollaiati sugli isolotti, mentre un gruppo di anatre costeggiava noncurante le barche. Risalendo il fiume siamo arrivate all'inizio del parco, un bel giardino collinare con vista sulla valle, impreziosito da splendidi aceri, pini e camelie, che in un punto si congiunge con una fitta foresta di bambù molto alti e grossi, attraverso la quale un sentiero porta al tempio zen Rinzai di Tenryuji.



Il tempio è circondato da un bel giardino con laghetto "di ordinanza" abitato da carpe bianche e rosse, e un doppio giardino karesansui ("giardino zen") da un lato e dall'altro del padiglione con veranda. Il Tenryuji è uno dei cinque principali templi zen di Kyoto, ed è Patrimonio dell'Umanità.


Lasciata Arashiyama ci siamo dirette alla volta del Kinkakuji ("Padiglione d'Oro"), prendendo prima l'autobus n.11 e poi il n.59. Girare Kyoto significa abituarsi fin da subito al sistema dei bus, che è capillare e ben organizzato, come dimostra la cartina "Kyoto city bus travel map" in distribuzione presso la biglietteria della stazione di Kyoto e il centro di informazioni turistiche. Ogni turista che visiti Kyoto, sia pure giapponese, la prende e la consulta prima di ogni movimento. Noi abbiamo fatto lo stesso, e senza difficoltà abbiamo raggiunto il Kinkakuji (noi e decine di altri turisti stipati assieme a noi). Il momento del nostro ingresso coincideva con il sole basso verso il tramonto, a riflettersi sulla superficie dorata dell'edificio: uno spettacolo abbagliante, che fa sobbalzare il cuore! Al termine della nostra visita il cielo si è rannuvolato ed è scesa anche qualche gocciolina di pioggia: abbiamo fatto giusto in tempo, per fortuna.


Domani ci aspetta una delle tappe principali di questo viaggio: il mercatino del tempio Toji, o Kobo-san. Dopo averlo visto nel mese di maggio me ne sono innamorata, e per domani è prevista una bella giornata con temperature ideali. Andremo armate di curiosità, pazienza e un trolley per riporre gli acquisti! ^.*

sabato 19 novembre 2011

Viaggio a Kyoto

Siamo qui! Arrivate poche ore fa all'aeroporto del Kansai (Osaka) e scaravoltate come due patate alla stazione di Kyoto da un Limousine Bus, per poi raggiungere a piedi - finalmente! - il nostro alberghetto.
Sono troppo stanca per connettere bene, ma vorrei sottolineare il fatto che siamo partite con 9° a mezzogiorno e siamo atterrate con 20° alle 17, e una bella umidità portata dalla pioggia durante il giorno. A Dubai, dove abbiamo fatto scalo, ce n'erano 27 a mezzanotte, ma quella è un'altra cosa. Fa caldo! Speriamo che domani si rinfreschi un pochino come dicono, o che almeno l'umidità scenda, altrimenti temo per i miei aceri infuocati di rosso, che se fa troppo caldo non cambiano colore come si deve. Forza momiji!