mercoledì 6 novembre 2013

Kyoto - prologo

Riprendo oggi, dopo tanto tempo, il filo del discorso sul nostro fantastico viaggio di nozze in Giappone fai da te. La primavera in Giappone è al suo massimo splendore tra la fine di marzo e i primi di aprile, a seconda delle località: prima a sud, ovvero nel Kyushu, un bel po' dopo a nord, ossia verso fine aprile-inizio maggio in Hokkaido. Noi siamo arrivati a Kyoto nei giorni migliori, così dicevano le previsioni, ed eravamo pieni di curiosità: stando a Kyoto per tanti giorni avremmo avuto modo di programmare le nostre uscite in base al tempo, senza programmi fissi.
Abbiamo così avuto modo di ammirare una fioritura meravigliosa e il diverso modo di celebrarla rispetto a Tokyo, ma dovrete attendere ancora un pochino per foto e racconti... mi sto ancora organizzando! ;P Tra le mete del nostro pellegrinaggio fiorito: Arashiyama, Gion, Higashiyama.
Nei giorni di brutto tempo (tra cui uno di diluvio universale che neanche ai tropici) abbiamo cambiato i sakura con i negozi di usato, ma ve ne parlerò... perché sono stati una specie di ossessione in tutto il viaggio! In compenso ho acquisito una certa dimestichezza in materia, che potrebbe essere utile anche a qualcuno di voi, chissà. Alla prossima!

mercoledì 7 agosto 2013

Parentesi vacanziera

Finalmente dopo l'ormai lontano viaggio di nozze (che devo ancora terminare qui!!) si parla di vacanze estive... non se ne può più di andare ogni giorno al lavoro e fare ogni giorno le stesse cose! :P
A proposito di lavoro, però, ho iniziato una nuova attività da un paio di mesi, che consiste nello scrivere per siti e blog specializzati in vari temi. A volte il mio nome compare come autore, altre volte no, ma la cosa mi diverte e quindi poco importa! Uno dei temi su cui mi ritrovo a scrivere più spesso sono i viaggi e le vacanze, non soltanto quelle di stagione. Siccome l'argomento mi interessa molto, sia per svago che per lavoro, per me è davvero un piacere mettere a frutto la mia esperienza e le mie capacità in questo campo. Volete visitare alcuni di questi siti? Io li trovo curiosi e interessanti!
www.traghetti--elba.it
www.capodanno.info
Le vacanze estive, causa lavoro (sempre lui!), saranno per noi razionate. Niente Giappone (;P) ma Austria e Germania tra qualche giorno e la magnifica Sardegna a settembre. Ah, chi resiste???


domenica 7 aprile 2013

Hakodate, qual buon vento?


Lunedì mattina, dopo una buona colazione con vista dall’ultimo piano del nostro albergo, abbiamo lasciato Sapporo diretti a Hakodate. Il treno ci ha consegnato alla città dopo tre ore di viaggio, e il sollievo per la mancanza di neve è durato poco: Hakodate se ne sta adagiata tra un mare e un oceano, il che a quanto pare la rende facilmente e terribilmente ventosa. La temperatura già bassa era quindi ulteriormente inasprita, e noi poveri turisti siamo stati sbatacchiati e congelati per tutto il nostro giorno di visita alla città.




Il tour è iniziato con una breve corsa sul tram per raggiungere la parte storica, Motomachi. Qui abbiamo passeggiato tra le vie del porto e ci siamo poi inerpicati sulle salite che portano alle costruzioni del periodo Meiji in cui vivevano e si muovevano gli stranieri: l’ex ambasciata inglese e quella russa, l’ex palazzo del governo e anche le chiese, tra cui spicca la chiesa russa ortodossa. Uno strano angolo di “non Giappone”, nella sua singolare cornice geografica.






Per ammirare al meglio la particolarità di questa città circondata dalle acque è possibile, se non obbligatorio, salire sulla funivia che porta in cima al Monte Hakodate (ben 334m di altezza!) e da lì godere della vista dal suo osservatorio (1160 yen a/r).
L’ora migliore è quella del tramonto, per aspettare il momento in cui tutta la città si accende e sembra una distesa di stelle nel cielo scuro, ma il freddo ci ha convinto a non attendere oltre e salire subito. Al diavolo il romanticismo, ci perdonerete!




All’interno dell’osservatorio, oltre agli immancabili negozi di souvenir, ci sono anche un ristorante e una sala da tè. Noi ci siamo rivolti al ristorante “Genova” per un momento di relax con vista sul baratro (ricordate o sappiate che noi soffriamo di vertigini), con assaggio delle specialità locali: patate dello Hokkaido, granchio, capesante, seppie ripiene di riso saltato. Consigliato, soprattutto per l'atmosfera.




Dopo essere scesi di nuovo in città abbiamo deciso di non riprendere il tram ma raggiungere il centro a piedi, dando un’occhiata ai negozi. La sera a Hakodate - come in generale in Hokkaido, esclusa Sapporo - chiude tutto molto presto, a eccezione dei bar, quindi siamo entrati in un ristorante per cenare alle sette, e dopo una ventina di minuti eravamo già rimasti soli. Il capo cameriere ci ha avvertiti che in effetti stavano per chiudere, così abbiamo finito la nostra cena a base di kani shumai (ravioli cinesi al vapore ripieni di granchio), yakigyoza (ravioli saltati), karaage (pollo fritto) e kantonmen (ramen nello stile di Canton, ovvero con qualunque cosa dentro), e ce ne siamo andati verso l'albergo. Non siamo tipi da bar, quindi dritti in albergo letteralmente "via col vento".
Avendo visto tutto quello che ci interessava  di Hakodate e non potendo in effetti estendere il raggio della nostra visita ad altre zone della città abbiamo deciso di anticipare la partenza del giorno dopo e prima di uscire dalla stazione abbiamo cambiato le nostre prenotazioni: così facendo purtroppo abbiamo dovuto rinunciare al nostro secondo Hayabusa, ma anche lo Hayate è un ottimo treno shinkansen, anzi direi che non gli manca proprio nulla. 
Martedì mattina quindi ci siamo alzati con relativa calma e ci siamo diretti al ristorante dell’albergo: lì ci aspettava la nostra colazione “viking” (ovvero a buffet), che era veramente vichinga… ogni ben di dio immaginabile era disposto ordinatamente su una distesa impressionante di tavoli, e oltre a ciò alcuni cuochi erano a disposizione per cucinare la carne scelta dai clienti nel modo che preferivano. La mia colazione mi è bastata fino all’ora di cena, era ottima e varia, e aggiunta all’ottimo servizio ricevuto in ogni momento del nostro soggiorno e alla rara ampiezza della camera, vorrei cogliere l’occasione per consigliare caldamente il nostro albergo: Hakodate Kokusai Hotel, meno di 10 minuti di cammino dalla stazione JR Hakodate, subito dopo il mercato mattutino.
A proposito del mercato: ogni mattina il mercato coperto di Hakodate, accanto alla stazione, apre verso le 5 o 6 per chiudere a mezzogiorno, offrendo una quantità e qualità davvero incredibile di pesce fresco, tra cui spiccano gli enormi granchi e le famose seppie della zona. Accanto al mercato ci sono poi diversi ristoranti, che offrono ovviamente specialità a base di pesce freschissimo (chiusi la sera, mannaggia!).
Nota dolente: di fronte al mercato c’è un ristorante specializzato in carne di balena, e in città è presente la catena di fast food “Lucky Pierrot”, una delle cui specialità è l’hamburger di balena. Viene da chiedersi perché, con tutto il pesce - ottimo e non in via d'estinzione - che hanno qui, vadano a cercare proprio la carne di balena per attrarre clienti. Purtroppo anche questo è Giappone, speriamo non per molto ancora.



mercoledì 3 aprile 2013

Sapporo: birra, neve e Ainu

Alzi la mano chi di voi non conosce la birra Sapporo (se lo state facendo, fortuna che non vi vedo ;P). Chi conosce me (astemia) e Marco (quasi) forse si sorprenderà, ma una delle nostre mete imperdibili a Sapporo era proprio la visita alla fabbrica di questa famosa birra, o meglio al museo che è stato ricavato nel vecchio edificio che ospitava l'azienda fino a 20 anni fa. Nel 1876 il Giappone era agli albori della sua definitiva e obbligatoria apertura al mondo esterno, e come olandesi e portoghesi già da tempo presenti al sud avevano insegnato, una delle bevande più apprezzate e redditizie poteva essere prodotta nello Hokkaido ben sfruttando le sue risorse agricole e le sue prospettive di colonizzazione e industrializzazione, oltre al clima freddo che garantiva l'abbondanza di ghiaccio richiesta nel metodo di fabbricazione tedesco della birra. All'epoca il nord del paese era un territorio semi-sconosciuto, considerato selvaggio e ostile, ma non per questo inadatto ai sogni di grandezza dell'imperatore più innovatore che la storia giapponese recente ricordi, sotto il nome di imperatore Meiji. Prodi esperti venivano inviati al Nord per svilupparne i territori adatti all'agricoltura, all'allevamento e alla pesca, e da lì fare arrivare al sud ben più popoloso tutti i prodotti di questa ardua impresa. La birra è stato uno dei primi frutti, con l'apertura della fabbrica Sapporo.







L'ingresso al museo è gratuito, si può decidere se partecipare a una visita guidata (in giapponese) oppure girare liberamente, finendo se si vuole con un assaggio di birra (200 yen) e cibo in accompagnamento. All'esterno c'è anche un giardino (Beer Garten) in cui con la bella stagione è possibile bere e pranzare, e un edificio per fare le stesse cose al coperto e al caldo durante l'inverno.
Alcune fotografie all'interno dell'odierno museo mostrano decine di uomini stranieri con i boccali alzati: gli alleati (probabilmente anche qualche nostro antenato?) ai tempi della seconda guerra mondiale. Non saprei dire degli italiani, ma immagino che i tedeschi abbiano contribuito enormemente alle fasi di controllo qualità.
Il museo mostra anche tutte le fasi della produzione della birra in una miniatura-diorama particolarmente "giapponese": allegri pupazzetti in un mondo fatato lavorano per distillare la birra sotto il controllo di un Meister svolazzante vagamente simile a un cupido.




Noi ci siamo andati di sabato, e complice probabilmente il freddo non c'era la folla temuta. Non consiglieremmo di ripetere la stessa esperienza in una bella e calda giornata di inizio estate, anche perchè proprio accanto al museo sorge un bel centro commerciale che è sicura meta di molte famiglie a Sapporo, come abbiamo avuto modo di constatare anche noi.

Domenica è stata la volta di un viaggio più avventuroso: visitare il centro di promozione della cultura Ainu "Pirka Kotan" di Koganeyu. Gli Ainu sono oggi una sparuta minoranza etnica, costretta a vivere nel profondo nord dai bellicosi abitanti del sud, nei secoli che furono. La lingua e le caratteristiche fisionomiche degli Ainu sono talmente diversi da quelli dei giapponesi oggi comunemente noti che molti studiosi hanno indagato sulle loro origini, alcuni ipotizzando una loro venuta dal continente quando ancora il nord del Giappone era unito o molto vicino alla Mongolia e alla Russia.
La sintetica brochure che pubblicizza il centro indica tre modi per raggiungerlo, tutti con autobus diretti a "Koganeyu onsen" (1280 yen a/r). Non fatevi ingannare: la fermata si chiama solo "Koganeyu" ed è talmente dispersa nel nulla più assoluto che vi sembrerà di avere sbagliato. A noi è sembrato così, in effetti, e ci siamo incamminati verso un'ipotetica fermata successiva, per poi renderci conto che invece doveva proprio essere quella. Quando ci siamo tornati abbiamo notato a fatica le indicazioni, che solo per chi guida sono disponibili in caratteri occidentali su un solo cartello della strada principale dall'altro lato della strada da cui siete arrivati, dopodiché se non sapete leggere il giapponese potete solo continuare fiduciosi camminando nel famoso nulla, fino a quando vi imbattete nei due stabilimenti termali (onsen) del posto e nel brutto edificio in cemento armato che è il "Pirka Kotan".





All'interno il centro è bellissimo: ben tenuto, spazioso, ben organizzato. Raccoglie quella che finora è la più vasta esposizione di oggetti Ainu finora incontrata, compresa la collezione lasciata da Fosco Maraini al Museo di Etnologia di Firenze, dove siamo stati due anni fa. A differenza di quella, però, i reperti sembrano quasi tutti molto recenti (non gli darei un secolo di vita) e curiosamente non sono datati, lasciando il visitatore un pò incerto... o forse disturba solo noi? In ogni caso, oltre alla raccolta di abiti, ornamenti e oggetti di uso quotidiano, ci sono computer a disposizione per ulteriori approfondimenti e all'esterno una barca lunga 15m (non esposta per via della neve) e la ricostruzione di un villaggio con annesso laghetto. Spicca la mancanza di fotografie, che rende tutto quanto un pò troppo impersonale, come se si parlasse di preistoria morta e defunta. Nonostante questo consigliamo la visita (200 yen l'ingresso) anche in compagnia dei bambini, che possono divertirsi con attività e laboratori  fatti apposta per loro.








Nel tardo pomeriggio abbiamo fatto un giretto in centro, nella zona di Odori. La città è strutturata a scacchiera, è piatta e raccolta, quindi non fosse per il freddo la si potrebbe girare comodamente a piedi o in bicicletta. Noi ci siamo diretti a piedi dalla stazione, e al ritorno abbiamo approfittato del passaggio sotterraneo (ve ne avevamo già parlato 4 anni fa!) per non prendere troppo freddo, avendo già visto abbastanza. Nel suo tratto più lungo e privo di negozi il tunnel offre diversi spazi per fermarsi a riposare, alcuni sono dei veri e propri angoli di relax con sedie e tavolini inseriti in finti giardini. Al contrario dei nostri ben noti sottopassaggi, qui regna la pulizia e la tranquillità di uno spazio ben curato e sicuro. Vi ho mai detto che mi piacerebbe vivere a Sapporo?



Nota di oggi (03/04): abbiamo lasciato ieri lo Hokkaido, dopo aver visitato anche Hakodate, e ora siamo a Kyoto. Spero di riuscire ad aggiornarvi meglio ora che abbiamo una casetta con wifi funzionante =) Ciao a tutti!

venerdì 29 marzo 2013

Tokyo con la pioggia, Sapporo con la neve


Nota: post scritto ieri 28 marzo, quindi dove vedrete “ieri” mi riferisco al 27 e così via. Buona lettura!

Ieri ci siamo svegliati con la pioggia, così abbiamo dovuto rimandare un incontro a Ueno con amici e ci siamo dati a una tranquilla giornata di gironzolamento senza impegno tra i negozi di Akihabara, il cosiddetto quartiere dell’elettronica, e Nakano, la mia cara vecchia casa.
Prima abbiamo provato la colazione giapponese offerta dal ristorante di tenpura e sushi del nostro albergo… dire che “ci abbiamo provato” è più che giusto, non siamo riusciti a mangiare molto e ci siamo convinti a tornare alla colazione “americana” dell’altro ristorante interno. Akihabara era semideserta rispetto al solito, tanto che abbiamo preso un caramel macchiato di rito da Starbucks e poi ci siamo aggirati tra le strade senza alcuna ressa per finire al Gundam Cafè verso pranzo, senza trovare coda né pieno all’interno. Diciamo che il nostro “Amuro Ray lunch” non era il massimo, ma si sa che in certi posti si va per l’ambiente (in questo caso, otaku 100%).





Prima di raggiungere Akihabara, nello Hokkaido Plaza della stazione di Tokyo, abbiamo fatto un’amara scoperta! Siamo entrati quasi per caso chiedendo se si potesse prenotare il giro sulla nave rompighiacci Aurora, ad Abashiri. Era uno dei nostri regali di nozze, Marco ci teneva, avevamo già prenotato i treni per andare e tornare da Sapporo e avevamo programmato la gita ad Abashiri pe ril giorno 29… avrete capito che non ci andremo. Il fatto è che sì, era possibile prenotare, ma quando la gentile signorina ha chiamato l’ufficio di Abashiri per avere conferma della disponibilità dei posti ha ricevuto la seguente risposta: sì, ci sono posti liberi, ma non c’è ghiaccio. Ovviamente abbiamo detto che in questo caso non ci interessava… ma vi pare?? Una nave rompighiaccio che non ha ghiaccio da rompere, cosa ci saliamo a fare?? Peccato!
A Nakano abbiamo scoperto che la stazione è stata rinnovata e trasformata, si è aggiunto un Marui Marui (catena di grandi magazzini), un nuovo teatro e anche Nakano Broadway ci è sembrata diversa, più ordinata e vitale. Alcuni negozi sono cambiati, come sempre, ma i fondamentali sono rimasti: Cozy Corner per le torte migliori e il negozietto di taiyaki dall’altra parte della galleria per la gioia di Marco.




In serata la pioggia è cessata, così dopo un salto in albergo siamo usciti a cena in quel di Shibuya. Eravamo curiosi di vedere come fosse cambiata la stazione, dopo aver saputo (grazie Kiruccia :*) che l’uscita Hachiko era tra l’altro stata chiusa. E ora, dove ci si ritroverà? Che fine avrà fatto la statua di Hachiko? A prima vista in stazione non sembrava essere cambiato molto, anche se ora ci sono corridoi più funzionali e spaziosi, non ci si intralcia più per entrare/uscire/fare il biglietto, e tutte le linee sono raggiungibili dallo stesso “ingresso”. Hachiko c’è ancora, sempre circondata dalle persone che usano la statua come punto di incontro, solo che ora per arrivarci devono passare dall’attraversamento pedonale più affollato e noto del Giappone… insomma, tutto è bene quel che finisce bene.




Stamattina invece sveglia presto, destinazione: Hokkaido! Anche se non andremo ad Abashiri avremo il nostro da fare tra Sapporo, Hakodate e dintorni. Il viaggio è stato lunghino (9 ore in tutto), ma tranquillo. Abbiamo preso il nostro primo Hayabusa, lo shinkansen che a pochi giorni dalla sua inaugurazione era stato costretto a un fermo di qualche mese a causa dello tsunami. Come sempre per mezzi di questo tipo il treno è bellissimo, spazioso e silenzioso, ma dobbiamo fare un appunto: non esiste un vano bagagli all’inizio della carrozza, come invece c’è su altri treni a lunga percorrenza. Noi che viaggiamo con due valigie non siamo stati particolarmente felici della scoperta, e immaginiamo che il disagio non sia solo nostro. Non parliamo poi della temperatura equatoriale all’interno delle carrozze (almeno 26°), che ci ha fatto fare una discreta sauna. Ecco, gli appunti sono diventati due. Male, Hayabusa!




Da Morioka in sù abbiamo visto la neve, che a Sapporo è ghiacciata in cumuli ai lati delle strade ma senza dare troppo fastidio.



Una buona cena a base di udon fatti a mano ci ha rimesso in sesto e anche in pace col mondo, in un locale con un rassicurante “vietato fumare” per tutti (nota dolente dei ristoranti giapponesi).



Domani andremo alla riscoperta della città che ci era tanto piaciuta 3-4 anni fa, restate con noi!

Nota n.2 dal “presente”: vi aggiorneremo di nuovo a blocchi a partire da domani (quello vero =D), purtroppo la connessione in camera non funziona e dobbiamo approfittare del wifi nella hall, non molto comodo. A presto!

martedì 26 marzo 2013

E vai con lo hanami!

Come previsto siamo arrivati sani e salvi in terra nipponica, in piena fioritura di ciliegi in quel di Tokyo. Un plauso ad Alitalia, che di nuovo si è dimostrata all'altezza con il volo diretto Malpensa-Narita: partenza in orario, arrivo in anticipo, assistenti di volo impeccabili, nessun inconveniente. Quando bisogna lamentarsi siamo sempre pronti, quindi è giusto anche rendere merito quando le cose vanno bene.
Per non sfasarci troppo con il fuso (qui +8 ore) abbiamo riposato solo un'oretta in camera e poi resistito fino a sera, costringendoci a passeggiare nel pomeriggio senza comunque esagerare: giusto il tempo di comprare qualcosa (il nuovissimo dizionario elettronico Casio XD-N7400!) e mangiare il primo sushi, la vita è fatta di priorità (chi coglie la citazione "dotta"? =D).
Oggi quindi ci siamo alzati abbastanza in forma, pronti per la caccia ai fiori! Non è un caso che vicino al nostro albergo ci sia uno splendido viale di ciliegi che costeggia il fossato del castello imperiale, prima meta del nostro hanami (ved. post precedente). Qui si incontrano ciliegi di almeno tre specie diverse, riconoscibili per colore e/o grandezza dei fiori, e con loro anche qualche camelia. Qualcuno teneva già il posto per fare hanami con amici o colleghi più avanti durante la giornata, ma nulla rispetto a quanto abbiamo visto poi altrove.








Attraversato il giardino imperiale e raggiunto la rinnovata stazione di Tokyo ci siamo diretti a Ueno, il cui parco è una meta famosa per lo hanami nella capitale: con noi svariate centinaia di persone affollavano i viali e sedevano negli spazi dedicati ai picnic per l'osservazione dei fiori, e molte bancarelle di cibo offrivano agli sprovveduti come noi tante buone cose con cui rifocillarsi.
L'osservazione dei ciliegi nel parco di Ueno però non può dirsi completa se non la si fa a bordo di un cigno-pedalò, si sa! Ecco quindi che abbiamo fatto la nostra breve coda e ci siamo aggiudicati un "comodo" cigno giallo per 700 yen/30 minuti, su cui tra l'altro siamo stati speronati, ci siamo incagliati e abbiamo rischiato qualche collisione varia prima di restituirlo comunque integro ai noleggiatori.








Lasciato Ueno attraverso Ameyoko (una via di negozi di cibo, abiti e scarpe famosa ed economica, vicino alla stazione) siamo andati al parco di Yoyogi, altro punto di incontro per molti "hanamisti" (neologismo orrido). Lì ci sarebbe dovuto essere anche un mercatino ma noi non l'abbiamo visto, mah! In compenso le persone qui erano molto più spensierate e fortunate di quelle di Ueno, avendo a disposizione interi prati liberi per fare partite di volano, acrobazie da giocolieri e tutto quello che gli venisse in mente. Alcuni alberi di ciliegio in questo parco sono veramente alti, non credevamo potessero raggiungere certe dimensioni.



Dopo una puntatina a Ikebukuro dove Marco si è convinto per un altro acquisto "prioritario" siamo rincasati, poi di nuovo fuori per una cena al cinese e una passeggiata sotto i ciliegi illuminati, attraverso gli ultimi gruppi di ammiratori di fiori allegramente brilli e in vena di karaoke "a cappella". Tutti i rifiuti accumulati durante la giornata erano accuratamente sistemati nei bidoni della raccolta differenziata messi apposta per l'occasione (qui quelli di Ueno fotografati nel primo pomeriggio), nulla era sparso per terra o nelle aiuole. Qui mi rivolgo agli amici mandellesi: avete presente le GMG? Quasi uguale...!



Abbiamo scelto questo periodo per fare hanami e non siamo rimasti delusi: è veramente uno spettacolo!

mercoledì 13 marzo 2013

Consigli per un viaggio fai da te - Assicurazione

Oggi riprendo lo spazio dedicato ai consigli per chi volesse organizzare un viaggio in Giappone e si trovasse, come noi, di fronte alle sue mille incognite.

Una delle cose più importanti, in questo come in altri viaggi fuori confine, è assicurarsi contro gli inconvenienti sanitari e di viaggio. Spese mediche, ritardo o annullamento del viaggio, perdita del bagaglio, responsabilità civile: sono queste le emergenze che possono rovinare un viaggio, soprattutto in termini economici. E se parliamo di un viaggio in Giappone, "rovina" non è una parola troppo grossa. Molte compagnie assicurative offrono particolari pacchetti individuali, famigliari o business, che coprono la sola durata di un viaggio o l'intero arco dell'anno, con massimali e condizioni differenti a seconda di cosa si cerca.

Qualunque sia la compagnia alla quale vi affiderete, il consiglio principe è: leggete bene TUTTE le condizioni. Spesso ci sono franchigie da pagare, condizioni di esclusione da valutare, azioni preventive da ricordare... tutto questo può ritorcersi contro di voi in caso di richiesta di risarcimento, perchè se non avrete letto e fatto quanto sottoscritto saranno fattacci vostri. Come si dice, la legge non ammette ignoranza, e così nemmeno le assicurazioni.

Nel caso in cui sottoscriviate un'assicurazione online ricordate che dovrete firmare e inviare via fax o email la copia della vostra polizza, perchè abbia validità. Potrebbe altrimenti succedervi che voi l'avrete pure pagata, ma non sarà valida in caso di bisogno (assurdo, eh). La compagnia sarà tenuta a confermarvi la ricezione del documento e la sua corretta attivazione.

Un ultimo consiglio è quello di annotare in ogni dove il vostro nome, numero di polizza e il n. tel. associato da chiamare per le emergenze mediche: nel vostro itinerario di viaggio, in un'etichetta all'interno della valigia, nel portafoglio, nel passaporto.

Per quanto riguarda il Giappone, se atterrate a Tokyo Narita e siete sprovvisti di assicurazione avrete ancora la possibilità di sottoscrivere una polizza, proprio in aeroporto: al quarto piano del Terminal 1 sono presenti cinque diverse agenzie che offrono questo servizio ai viaggiatori, mentre al terzo piano del Terminal 2 le agenzie sono tre. Per informazioni: Narita Airport Guide (pag.13-14)

giovedì 7 marzo 2013

Hanami Honeymoon

E' passato quasi un anno dall'ultimo post e circa 10 mesi dall'ultimo viaggio. Anche il prossimo sarà speciale, per molti versi. Tra meno di tre settimane partiremo di nuovo per il Giappone, dove resteremo 20 giorni con lo scopo di ammirare la fioritura dei ciliegi (hanami, lett. "vedere i fiori") e di fare nuove esperienze. Questa volta però saremo in viaggio di nozze! Naturalmente la nostra lista nozze non poteva che essere una "lista viaggio", e dal momento che nessuna agenzia avrebbe saputo offrire di meglio (in termini di varietà e prezzo) l'ho creata io, per poi affidarla in gestione alla madre della sposa (la mia mamy). Il risultato è questo. Gli amici e i parenti sembra abbiano apprezzato, e per i meno tecnologici ho creato una versione stampata che somiglia nè più nè meno a quello che offre la famigerata agenzia. Per noi è il regalo più bello, visitare i luoghi magici del Giappone pensando alle persone care che ci hanno voluto regalare queste meravigliose esperienze. Seguiteci dunque in questo nuovo viaggio, speriamo piacerà anche a voi! Per noi sarà sempre un ricordo prezioso.