venerdì 27 maggio 2011

Takamatsu (Shikoku)

Con un giorno di ritardo, eccoci a parlare della nostra toccata e fuga nell'isola-regione dello Shikoku.

L'isola, che deve il nome (lett. "quattro paesi") alle quattro province in cui è divisa, si trova a sud della parte centro-occidentale dell'isola principale del Giappone, Honshu. Tra Shikoku e Honshu esistono alcuni ponti, tra cui il famoso Akashi-Kaikyo (il ponte sospeso più lungo del mondo, che in realtà collega Honshu all'isola di Awaji, prima dello Shikoku), e naturalmente diversi collegamenti marittimi. Da Okayama si può raggiungere lo Shikoku anche in treno, ma il modo migliore per girare l'isola resta l'automobile, o se preferite... il pellegrinaggio a piedi. Infatti lo Shikoku è meta di pellegrinaggio per i suoi 88 templi buddhisti visitati (così si narra) dal monaco Kukai (o Kobo Daishi - abbiamo parlato di lui nel post precedente), tutti numerati, che se raggiunti rigorosamente a piedi impegnano il buon pellegrino per almeno uno o due mesi. Noi non ci siamo cimentati, reduci dalle fatiche di Miyajima e avari di tempo. Avevamo due mete: la città di Takamatsu, con il giardino Ritsurin, e la città costiera di Naruto, con i suoi famosi vortici.


Raggiunta per prima Takamatsu (lett. "alto pino") abbiamo subito approfittato dell'ora di cena per provare la specialità della zona, che da sola vale il viaggio: il sanuki udon. Come per il normale udon, anche qui si tratta di una sorta di grossi spaghettoni teneri immersi in un brodo ricco di verdure e altro. Questi però sono molto ma molto lunghi, e molto ma molto gustosi! Il brodo stesso è diverso dal solito, anche se non so dire come. Insomma, vanno provati e basta. C'è anche da dire che si tratta di un piatto abbondante ed economico: una cena per due è costata sì e no 10 euro.


Il giorno dopo il nostro arrivo ci siamo diretti verso Ritsurin-koen, che una volta era il giardino di una villa privata appartenuta a un signore feudale, e che ora è un meraviglioso "parco" aperto al pubblico (pagante). All'interno del giardino si trovano centinaia di alberi di pino, una cascatella artificiale e alcuni laghetti, oltre a diverse varietà di piante e fiori, e le immancabili carpe. Diversi sono anche gli aironi grigi, che sembrano prediligere i laghetti per riposarsi un pò al sole, e abbiamo avvistato anche alcune grosse tartarughe all'interno di un laghetto pieno di piante acquatiche. Il giardino vale la visita, considerato anche che all'ingresso si trovano alcune guide volontarie che si offrono, se si vuole, di illustrare la storia e le particolarità del giardino. E' così che abbiamo fatto la conoscenza del Sig. Toyota, un anziano signore che parla inglese con forte accento britannico e lunghe pause, grazie al quale sappiamo ora riconoscere un pino rosso da uno nero anche solo al tatto, nonchè valutare la bellezza di un pino dai suoi tre elementi distintivi: il disegno della corteccia, la figura danzante e l'equilibrio della forma. Proprio a Takamatsu sono nati i bonsai, ci ha detto il Sig. Toyota, ed è per questo che in questo giardino si possono ammirare dei pini tanto belli. Consigliamo caldamente la visita di Ritsurin-koen e la guida del Sig. Toyota.


Nella tarda mattinata o al massimo verso pranzo ci saremmo dovuti spostare verso Naruto, ma sono sorte delle complicazioni: pochi treni a disposizione e incertezza sull'orario di apparizione dei gorghi in mare... avremmo potuto passare tutto il pomeriggio tra viaggio e attesa senza nemmeno vederli. A malincuore quindi non siamo andati a Naruto, lasciandola come meta per un prossimo viaggio. La visione, quando si riesce ad averla, deve comunque valere davvero la pena: circa 6 volte al giorno le correnti nello stretto di Naruto formano dei grandi vortici, immortalati anche da alcune famose stampe di Hiroshige (ved. qui), che è possibile vedere da vicino sia a bordo di un traghetto che dall'alto di un ponte. Da questo fenomeno prende il nome la "rotella" che si trova spesso immersa nel ramen, fatta di pesce, dal disegno a spirale.
Nota: a Naruto si trovano anche i templi n.1 e 2 del pellegrinaggio degli 88 templi, vi venisse mai la fantasia...!

Lasciata quindi Takamatsu ci siamo diretti verso la meta successiva, Kobe. A questa città dedicherò il prossimo post, per ora un saluto da Ise.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

toc toc io ci sono, oggi è sabato e mi sto rilassando leggendo i vostri post che sono molto avvincenti. Chissà se prima o poi anche io vedrò il giappone... certo so con sicurezza a chi chiedere indicazione.
Buone vacanze silver

Mara ha detto...

Ciao Silver, grazie per l'onore! Dovete venire tutti e tre, o almeno tu e tua moglie se potete: non ve ne pentirete. Ovviamente, se volete una guida italiana durante il tour... ^.* Ciao!

sonia ha detto...

Sto leggendo "Kafka sulla spiaggia" di Murakami Haruki e il protagonista mi ha portata a Takamatsu e ad "assaggiare "gli udono. Grazie a voi ho visto le immagini del posto e degli udon.

Mara ha detto...

Che bello Sonia, siamo felicissimi di averti portato sui luoghi e tra i sapori di Kafka sulla spiaggia! Lo Shikoku è ancora oggi una regione poco visitata dai turisti stranieri, ma è un peccato perché non le manca nulla, anzi è davvero speciale.