lunedì 21 novembre 2011

Kyoto, mercato del tempio Toji (o Kobo-san ichi)

Come da programma, oggi abbiamo visitato attivamente il mercatino del tempio Toji, o Kobo-san.
Questo complesso si estende su una vasta area a sud della stazione di Kyoto, e ogni 21 del mese ospita numerosissime bancarelle di venditori privati che offrono qualunque oggetto usato e nuovo, di loro produzione o meno, a prezzi interessanti. Qui si possono trovare cose che difficilmente si vedono nei negozi, come piccolo artigianato, vecchi libri d'arte, kimono e accessori usati di ogni tipo, antichi rotoli dipinti, ceramiche prodotte in piccole quantità, ecc. Immancabili sono gli stand di "servizi" come le bancarelle mangerecce e persino una tenda in cui si praticano massaggi rilassanti. Una parte del mercato, com'è uso in molti altri mercati, è adibita alla vendita di piante e fiori, alcuni veramente affascinanti: peccato non potersi portare a casa un bonsai di murasaki!
Raggiungere il Toji e quindi il suo mercato è semplicissimo: alla stazione di Kyoto si imbocca l'uscita "Hachijo", ossia quella opposta alla torre di Kyoto, e si attraversa la strada, poi si volta a destra e si prosegue dritto. Arrivati al grande centro commerciale Aeon si gira a sinistra, poi a destra (insomma, si aggira il centro commerciale) e si prosegue dritti fino al grande incrocio con il Toji a sbarrarci la strada. Dalla stazione insomma si impiegano circa 10-15 minuti di cammino tranquillo.
La folla era già nutrita poco dopo le nove del mattino, quando ancora alcuni espositori non avevano finito di sistemare la propria merce. Nonostante l'ora, poi, le bancarelle offrivano già cibo di ogni tipo: taiyaki, takoyaki, okonomiyaki, yakisoba, caldarroste, yakitori... insomma, una ben strana colazione. Noi da brave italiane avevamo già consumato un tè con biscotti e dolcetti, nonché dei tramezzini per darci una certa "autonomia", quindi abbiamo resistito agli inviti (almeno per un po').






Non saprei come descrivere l'animazione e l'atmosfera del mercato, così variegato e rilassato nonostante le centinaia di persone ad affollarlo. Ogni venditore si è dimostrato paziente e affabile, curioso e divertito. Le domande che mi sono state fatte vanno da "in Italia parlate... italiano? spagnolo?" a "si mette l'olio d'oliva sulla pizza?", con una certa variazione sul tema Italia che non sto qui ad elencare. In generale ho notato la solita simpatia nei confronti dello straniero che parla giapponese, che si trasforma subito in complicità e apertura alle curiosità di cui sopra, con tanta allegria. Insomma, quando si abbattono le barriere linguistiche si eliminano anche tante remore, e ci si sente così vicini da diventare quasi amici.
Dopo la missione denominata "acero rosso" compiuta ieri ad Arashiyama e Kinkakuji, oggi abbiamo portato a termine anche la missione "trolley pieno al Kobo-san". L'abbiamo riempito di acquisti, parte dei quali vi mostro qui con orgoglio.




La missione di domani sarà "sfamare i daini di Nara". Ce la faranno le nostre eroine?

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