Da Kyoto si prende il treno locale per Nara (140 yen) e si scende alla seconda fermata (Inari). L'ingresso al santuario è proprio di fronte all'uscita della stazione.
Dopo un pranzo veloce al rientro a Kyoto ci siamo dirette al tempio Kiyomizudera (ingresso 300 yen), una destinazione imperdibile per chi visiti Kyoto anche solo un giorno. Questo "tempio dell'acqua pura", patrimonio dell'umanità Unesco, deve il suo nome a una piccola cascata al suo interno. La sua particolarità, comunque, è tutta architettonica: la costruzione dell'edificio principale del tempio, dotato di un'imponente terrazza a sbalzo sul giardino/bosco sottostante, è stata eseguita senza l'impiego di un singolo chiodo. Solo legno, perfettamente incastrato. Fa un certo effetto.
Dal Kiyomizudera parte un percorso consigliato anche dal JNTO, l'ente per il turismo giapponese, che sale verso lo Heian Jingu passando per alcuni luoghi di interesse come Sannenzaka e Ninenzaka, due stradine con scalinate che sembrano riportare indietro nel tempo, non fosse per le decine e decine di negozi che le popolano ai lati.
Giunti alla fine di queste stradine si scorge la Yasaka pagoda, che svetta tra le case basse della zona. Di fronte alla pagoda siede pacifica l'imponente statua (24m) di Ryozen Kannon, costruita dopo la seconda guerra mondiale in memoria dei caduti (ingresso: 200 yen). Le colline dietro di lei la fanno risaltare come una vera e propria apparizione dotata di luce propria, soprattutto poco prima del tramonto (quando l'abbiamo vista noi).
Subito accanto alla Ryozen Kannon sorge un altro interessante tempio, il Kodaiji (ingresso 600 yen), fondato dalla moglie di Toyotomi Hideyoshi per pregare per la sua anima dopo la sua morte. Nel magnifico giardino si ammirano aceri, un piccolo giardino karesansui, due laghetti, due piccole case da tè e una breve foresta di bambù. Molto particolare la scultura a forma di drago che sbuca nella ghiaia del giardino karesansui, dotata (a quanto ci è sembrato) di lampade all'interno degli occhi e della bocca (!).
Suggestiva la stradina che dal Kodaiji porta al parco Maruyama koen, un bellissimo "angolo" di verde pubblico in cui passeggiare e riposare dopo una lunga giornata... ma noi non siamo qui per riposare! Brevissima incursione nel parco e di nuovo via, verso nuove avventure. Subito a sud del parco inizia il territorio dello Yasaka jinja, santuario dedicato tra gli altri a Susanoo-no-mikoto, e sponsor del Gion Matsuri, uno dei festival più importanti del Giappone. In occasione della festa shichi-go-san a cui ho accennato ieri, nel santuario erano presenti bancarelle tipiche delle feste: taiyaki, takoyaki, yakitori, ecc.
Per concludere la giornata, dopo una pausa ristoratrice a base di tsukimi udon (per me) e katsudon (per la mamy), abbiamo deciso di allungare di poco l'itinerario e percorrere la via di Pontocho, in cui si dice sia più facile che altrove incontrare una geiko (la geisha di Kyoto). Siamo state fortunate e ne abbiamo effettivamente incontrata una, ma la foto non è riuscita... maledetti passanti intralciatori! Era comunque bellissima. Per il resto, Pontocho è una stradina veramente stretta e in stile vecchia Kyoto, piena zeppa di locali per bere e mangiare, a ogni prezzo.
Domani si parte, così oggi ci siamo concesse un po' di sano shopping: al mattino abbiamo visitato il mercato di Kitano Tenmangu (o Tenjin-san), affollatissimo di banchetti e visitatori, che assieme a quello del tempio di Toji era una delle nostre mete prefissate. Il mercato merita davvero, soprattutto se si è alla ricerca di oggetti di antiquariato giapponese: moltissime le tsuba (guardie delle katana), gli elmi di samurai, i rotoli dipinti, l'artigianato di valore in genere. Molti anche gli stand di kimono, nuovi e usati, e quelli di cibo in genere. Questo mercato si tiene il 25 di ogni mese, dalle 9 del mattino al tramonto. Per arrivarci, dalla stazione di Kyoto si prende l'autobus n.50 o il n.101 e si scende alla fermata Kitano Tenmangu mae.
Anche questo viaggio è finito, incrociamo le dita perché il prossimo arrivi presto!!