Lunedì mattina, dopo una buona colazione con vista dall’ultimo piano del nostro albergo, abbiamo lasciato Sapporo diretti a Hakodate. Il treno ci ha consegnato alla città dopo tre ore di viaggio, e il
sollievo per la mancanza di neve è durato poco: Hakodate se ne sta adagiata tra
un mare e un oceano, il che a quanto pare la rende facilmente e terribilmente ventosa. La temperatura già
bassa era quindi ulteriormente inasprita, e noi poveri turisti siamo stati
sbatacchiati e congelati per tutto il nostro giorno di visita alla città.
Il tour è iniziato con una breve corsa sul tram per
raggiungere la parte storica, Motomachi. Qui abbiamo passeggiato tra le vie
del porto e ci siamo poi inerpicati sulle salite che portano alle costruzioni
del periodo Meiji in cui vivevano e si muovevano gli stranieri: l’ex ambasciata inglese
e quella russa, l’ex palazzo del governo e anche le chiese, tra cui spicca la
chiesa russa ortodossa. Uno strano angolo di “non Giappone”, nella sua
singolare cornice geografica.
Per ammirare al meglio la particolarità di questa città
circondata dalle acque è possibile, se non obbligatorio, salire sulla funivia
che porta in cima al Monte Hakodate (ben 334m di altezza!) e da lì godere della
vista dal suo osservatorio (1160 yen a/r).
L’ora migliore è quella del tramonto, per aspettare il momento
in cui tutta la città si accende e sembra una distesa di stelle nel cielo scuro,
ma il freddo ci ha convinto a non attendere oltre e salire subito. Al diavolo
il romanticismo, ci perdonerete!
All’interno dell’osservatorio, oltre agli immancabili negozi
di souvenir, ci sono anche un ristorante e una sala da tè. Noi ci siamo rivolti
al ristorante “Genova” per un momento di relax con vista sul baratro (ricordate
o sappiate che noi soffriamo di vertigini), con assaggio delle specialità
locali: patate dello Hokkaido, granchio, capesante, seppie ripiene di riso
saltato. Consigliato, soprattutto per l'atmosfera.
Dopo essere scesi di nuovo in città abbiamo deciso di non riprendere il tram
ma raggiungere il centro a piedi, dando un’occhiata ai negozi. La sera a
Hakodate - come in generale in Hokkaido, esclusa Sapporo - chiude tutto molto presto, a eccezione dei bar, quindi siamo entrati
in un ristorante per cenare alle sette, e dopo una ventina di minuti eravamo già rimasti soli. Il capo cameriere ci ha avvertiti che in effetti stavano per
chiudere, così abbiamo finito la nostra cena a base di kani shumai (ravioli
cinesi al vapore ripieni di granchio), yakigyoza (ravioli saltati), karaage
(pollo fritto) e kantonmen (ramen nello stile di Canton, ovvero con qualunque
cosa dentro), e ce ne siamo andati verso l'albergo. Non siamo tipi da bar, quindi dritti in albergo letteralmente "via col vento".
Avendo visto tutto quello che ci interessava di Hakodate e non potendo in effetti
estendere il raggio della nostra visita ad altre zone della città abbiamo
deciso di anticipare la partenza del giorno dopo e prima di uscire dalla stazione abbiamo cambiato le nostre
prenotazioni: così facendo purtroppo abbiamo dovuto rinunciare al nostro
secondo Hayabusa, ma anche lo Hayate è un ottimo treno shinkansen, anzi direi che non gli
manca proprio nulla.
Martedì mattina quindi ci siamo alzati con relativa calma e
ci siamo diretti al ristorante dell’albergo: lì ci aspettava la nostra
colazione “viking” (ovvero a buffet), che era veramente vichinga… ogni ben di
dio immaginabile era disposto ordinatamente su una distesa impressionante di
tavoli, e oltre a ciò alcuni cuochi erano a disposizione per cucinare la carne
scelta dai clienti nel modo che preferivano. La mia colazione mi è bastata fino
all’ora di cena, era ottima e varia, e aggiunta all’ottimo servizio ricevuto in
ogni momento del nostro soggiorno e alla rara ampiezza della camera, vorrei
cogliere l’occasione per consigliare caldamente il nostro albergo: Hakodate Kokusai Hotel,
meno di 10 minuti di cammino dalla stazione JR Hakodate, subito dopo il mercato
mattutino.
A proposito del mercato: ogni mattina il mercato coperto di
Hakodate, accanto alla stazione, apre verso le 5 o 6 per chiudere a
mezzogiorno, offrendo una quantità e qualità davvero incredibile di pesce
fresco, tra cui spiccano gli enormi granchi e le famose seppie della zona.
Accanto al mercato ci sono poi diversi ristoranti, che offrono ovviamente
specialità a base di pesce freschissimo (chiusi la sera, mannaggia!).
Nota dolente: di fronte al mercato c’è un ristorante
specializzato in carne di balena, e in città è presente la catena di fast food
“Lucky Pierrot”, una delle cui specialità è l’hamburger di balena. Viene da
chiedersi perché, con tutto il pesce - ottimo e non in via d'estinzione - che hanno qui, vadano a cercare proprio la
carne di balena per attrarre clienti. Purtroppo anche questo è Giappone, speriamo non per molto ancora.