mercoledì 29 settembre 2010

Kushiro e Abashiri, l'altra faccia dello Hokkaido

Cosa ci abbia spinto a scegliere Kushiro come meta del viaggio è presto detto: volevamo esplorare l'isola, allontanandoci dalle cittadine Sapporo e Hakodate per scoprire il "selvaggio est" del nord del Giappone. In realtà Kushiro non è certo un paesino: parliamo di una città portuale popolata da quasi 200.000 abitanti e la cui vasta superficie comprende anche un parco nazionale in cui vengono allevate (con un certo successo) le bellissime gru giapponesi. La temperatura media durante il mese di gennaio va da un minimo di -8° a un massimo di 0°.
E' in questo bel clima di sole e mare (beh, non pioveva) che abbiamo raggiunto Kushiro in tarda mattinata, dopo un viaggio di circa 4 ore sul treno espresso Super Ozora, che abbiamo preso con largo anticipo da Sapporo ancora un pò assonnati. Il paesaggio dal treno è diventato subito un pò monotono: pianure di neve, colline di neve, montagne di neve, mare (ma con le spiagge innevate!)... l'unico altro occidentale sul treno oltre a noi (un australiano) era munito di tavola da snowboard ed è infatti sceso alla fermata di una località nota per i suoi resort sciistici. Noi abbiamo approfittato del tempo a disposizione (indovinate un pò?) per mangiare, comprando due obentou dalla graziosa "hostess" del treno. Marco pregustava da giorni il granchio, che d'inverno in Hokkaido è un must, mentre io ho scelto una confezione di oshizushi, una sorta di grande sushi pressato a base di salmone marinato... un odore che non vi dico, e pure molto agrodolce! Io normalmente non sopporto l'agrodolce, ma era buono e dopo un pò non sentivo più bene i sapori quindi l'ho finito tutto! :P L'obentou di Marco era davvero spettacolare, presentava il granchio servito in tre modi diversi, tutti molto gustosi.

(il mio obentou)

(l'obentou di Marco)

Scesi dal treno felici e satolli ci siamo subito guardati attorno: la stazione era affollata di persone, tutte in attesa di parenti e amici arrivati lì per le vacanze. Che carini! Noi ci siamo sentiti quasi di troppo in quell'allegra brigata di "come stai? com'è andato il viaggio?" e così ci siamo diretti verso l'hotel: stava esattamente di fronte alla stazione, dall'altro lato della strada. Peccato che lì c'è un grande incrocio piuttosto complesso, che ci ha fatto arrivare all'ingresso dell'albergo dopo un quarto d'ora buono di attesa!
Siccome l'albergo in questione è uno dei migliori in cui abbiamo soggiornato, ve lo segnalo con piacere: si tratta del Tokyu Inn Hotel, una catena molto diffusa in Giappone. Tra le dotazioni della camera, oltre al solito frigorifero, set per tè/caffè, accessori da toilette (più numerosi del solito), ciabattine e connessione internet, c'era anche una coppia di pigiami da notte (li chiamano yukata ma sono un pò diversi) dignitosamente riposti all'interno di una bella scatola, dalla fantasia decisamente... tigrata! Quando li abbiamo indossati non abbiamo potuto trattenere le risate, eravamo ridicoli. Ma la cosa migliore è stato vedere che gli altri ospiti non li trovavano tali: il mattino dopo, a colazione, c'era un'intera famiglia "tigrata" al buffet! Difficile fingere indifferenza.

(una pensilina del bus - la gru è un tema ricorrente a Kushiro)

Tornando al nostro arrivo, dopo aver preso possesso della stanza e aver dato uno sguardo a qualche depliant trovato in stazione, siamo usciti per esplorare i dintorni: il numero di persone in giro era talmente esiguo che per dare l'impressione di non essere soli (almeno così l'abbiamo interpretato noi) ai lampioni erano appesi degli altoparlanti che diffondevano una sorta di radio cittadina! A quanto pare, i primi giorni dell'anno a Kushiro non c'è molto da fare: si sta in casa (e come dargli torto? fuori si gela) e ci si gode la famiglia. E noi? Ci siamo diretti verso il sedicente grande centro commerciale e ricreativo cittadino, il MOO. Lì qualcuno c'era in effetti, anzi probabilmente tutti quelli che non avevano niente da fare o dovevano comprare qualcosa... inutile dire che noi eravamo la grande attrazione del momento! Al piano terra c'era un vero e proprio mercato di pesce e prodotti tipici, fantastico se avessimo potuto usare una cucina, e un angolo dedicato alle informazioni turistiche in cui abbiamo potuto fare man bassa di brochure. Gli altri piani, sfalsati in un andamento a spirale, presentavano un pò di tutto, tra cui una palestra e un'esposizione di animali imbalsamati un pò inquietanti. Accanto al MOO c'è una serra chiamata EGG, che ricorda vagamente un uovo al cui caldo interno sono custodite piante di ogni genere, in un'atmofera strana e rilassata/rilassante, con tanto di ruscello e panchine per mettersi a leggere un libro in santa pace. Davvero particolare!
Siccome l'evento folcloristico che avremmo dovuto poter vedere al MOO non c'era o c'era già stato prima del nostro arrivo (non sappiamo), abbiamo deciso di tornare presto in camera con la cena presa al conbini lungo la strada, così da riposare un pò e programmare con calma la giornata successiva: il mio compleanno!



(la zona del MOO e del porto)

(l'interno di EGG)

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